mercoledì 30 gennaio 2008

LE ULTIME PAROLE FAMOSE - CAPITOLO I


Apriamo una nuova rubrica a cadenza assolutamente random aka irregolare.
Anche se la frequentazione dei bar al sabato sera consente di raccogliere un discreto numero di chicche, l’importante è essere dotati di buona memoria o di carta e penna con cui annotarsi gli appunti, anche perché a volte sappiamo essere notevolmente prolifici.

Andiamo un po’ indietro nel tempo (oddio, nel tempo… rimaniamo a inizio 2008, niente flashback memorabili).
La prima settimana dell’anno ci ha regalato questa perla, che si posiziona sul gradino più basso del podio..
SAVE: Bevo e mangio senza ritegno fino alla befana.
SMRT: E dopo? Ramadan? Molli del tutto?
SAVE: Beh, no… Bevo solo un po’ di meno.

Rituffandoci a capofitto nell’ultimo weekend, si passa all’altro fratello Madotto (medaglia d’argento, e non al valore militare).
ELIO (parlando di calcetto): […] sì, perché a questo sport dovresti giocare sempre così, con al massimo due tocchi e scambi veloci, non puoi portare palla.
GIOVANNINO: E’ in questo che hai ancora qualche difficoltà di comprensione. Non ti devi perdere in tocchetti o a inventare deiezioni fecali (CAGATE!!!).
ELIO: Ma a calcetto gioco per divertirmi.
GIOVANNINO: E a calcio?
ELIO: Per divertirmi ancora di più. E poi non è che mi facciano giocare tanto spesso.

SAVE (riprendendo Manu, che stava facendo un po’ di circo e gestacci per dileggiare scherzosamente gli amici): E’ in questo che devi crescere.
Ti comporti come i bambini, sei ancora immaturo, anzi infantile.
ELIO: Sì, è vero. Bisogna ribattezzarti.
Vediamo come…
Ecco ci sono. PUBERTA’.
Faranno anche il film: LO CHIAMAVANO PUBERTA’ !!!

Poi ci sarebbe anche Crudo che si mette a raccontare di quando, ai tempi del Chiusaforte, rientrando da un allenamento, per strada non si imbattè nei soliti stambecchi suicidi attraversatori di strade ma addirittura in un disco volante.
Però questa è un’altra storia e talmente eccezionale da risultare fuori concorso.
Per farvi ripigliare dalla delusione vi sparo un gossip da bomba.
Non è ancora inchiostrato nero su bianco, ma pare che il prossimo locale in cui fare gli splendidi alla “mezzo dollaro” o, se preferite, 50 Cent e attivare la modalità “you can find me in the club, bottle full of bub” sarà – tanto per chiudere con una rima – Zam Pub.
Che c’è di nuovo?
Beh, probabilmente soppianterà il Girarrosto che, come da definizione di Smrt, nel 2007 annoverava tra la sua clientela più calciatori che Porto Cervo durante il summertime.
E poi e poi… nuova gestione
Dietro al banco un volto noto (ma soprattutto la chioma), che mira a farlo diventare il nuovo Billionaire.
L’identità del misterioso bartender è il segreto di Pulcinella, ma per i pochi all’oscuro la lascio ancora ignota.
Se tutto va in porto, i loro fegati avranno tempo in abbondanza per disperarsi.
Io nel frattempo gli mando un curriculum e mi propongo come pr/tuttofare.
Ps chi indovina non vince niente, sia chiaro.

Aloah!

sabato 19 gennaio 2008

BRRR...


...e quelli del titolo non sono brividi di terrore e raccapriccio, ma di freddo.
Per controbattere alle insidie del gelo abbiamo optato per una soluzione, al solito, alternativa ed originale.
Niente legna, pellets, metano o gasolio, noi continuiamo a riscaldarci accendendo candeline sulle torte di compleanno.
Il signore qua sopra è ad un passo dalla terza cifra nella casella delle decine ma per il momento continua a far parte della tribù dei GGGiovani, a differenza dei suoi 2 ex colleghi nonchè "angeli custodi".
Il Giuly festeggerà cercando di non ascoltare la figlioletta che intonerà, tra un "Tanti auguri" e l'altro anche "Grazie Roma", e gli strilli di un Samuel ancora in fasce ma che, contrariamente al nome che farebbe presupporre tuttaltra fede calcistica, lo zio Alessandro sta cercando di aggiungere alla tifoseria milanista.
Ciao e buon compleanno ciccio!

domenica 13 gennaio 2008

SOFFIA, SOFFIA...


...sulle candeline piccolo Grisù, che sennò l'incendio si propaga e tu non diventerai mi un pompiere.
Il clone del pupazzetto qua sopra raggiunge quota 21 anni, la maggior parte dei quali spesi a ritoccarsi le basette, spuntarsi correttamente il pizzetto, pettinarsi ed ingellarsi la chioma.
Ma robe da matti, commenterebbe il suo "vecchio".
Sta di fatto che Manu nel 2007 ha segnato il primo gol ufficiale e nel 2008 conferma la sua precocità e velocità (la fidanzata conferma) anche nel settore "anni compiuti".
Buon compleanno e buon divertimento, sbandato!
PS prendi il manicotto (dell'autopompa dei tuoi colleghi, che pensavi?) e datti una bella innaffiata, così ti raffreddi i bollenti spiriti dopo la visione di quanto raffigurato up there!

mercoledì 2 gennaio 2008

COSA RESTERA'...

… degli anni ’80, cantava Raf.
Ora, anche se non conoscete la canzone, non è che vi stiate precludendo un futuro da melomani, la suddetta composizione non è una pietra miliare della storia della musica.
E del 2007 invece, che resta?
Piccola classifica, un giochino che viene spesso fatto al termine di ogni anno per molteplici categorie (miglior film, disco e via andando di questo passo).

I 10 GOL PIU’ BELLI
Sì, elencati al contrario, così dovete leggere tutte le posizioni precedenti – o scrollare la pagina girando la rotellina del mouse, vi concedo il barbatrucco – per scoprire la numero 1)

11 - Non è entrato in top ten, ma va comunque menzionato Giovannino in Ravascletto – Val Resia 2-3, girone d’andata: un tocco facile facile sottoporta, dopo che Willy gli aveva apparecchiato la tavola per la realizzazione, smarcandolo con un preciso assist. Come non inserirlo visto che è il primo gol rossoblu in Seconda categoria di sempre?

10 - Alessio che raccoglie uno spiovente all’interno dell’area e realizza con una girata al volo molto simile ad un calcio rotante di Chuck Norris, che è servita solo per accorciare le distanze in Val Resia – Stalis 1-2 del girone di andata.

9 – Molaro per il 0-2 dello sciagurato San Pietro – Val Resia 3-2, dopo aver effettuato il giro di boa del campionato. Il mastino non certo napoletano ma tarcentino esplode un collo esterno destro che percorre distanze oceaniche (visto il sangue australiano del suddetto), porge i suoi ossequi al portiere, incoccia sulla traversa e vale per il momentaneo raddoppio.

8 - Il secondo gol di Cusic, buono per il 4-0 e per giocarsi quasi tutti i jolly stagionali (a proposito, il pollastro durante la cena della vigilia di Natale ha promesso la cena di maurobortolottina memoria se nel campionato 2008 non raggiungerà 20 reti. Auguri e non solo per le feste appena concluse) in questa partita con il Tarvisio, nel match di Coppa Carnia che terminerà 5-1. Azione pregevole, con un lancio di quelli che ti abbagliano più di un flash prodotto dalla premiata bottega del Cugno, poi l’opossum numero 1 salta l’uomo al limite dell'area e di giustezza infila il diagonale sul palo lontano

7 - Alessio per il 2-1 di Val Resia – Ravascletto (girone di ritorno) che poi terminerà 3-3. Il gol è un po’ simile a quello che è il marchio di fabbrica della maison Buttolo, con partenza sul filo del fuorigioco, presentazione al portiere, consegna del biglietto da visita e palla infilata in fondo al sacco, ma il valore aggiunto che fa scalare posizioni a questa rete è l’assist di una bellezza stordente made in Maurinho BortolEtti.
Passaggio di prima a tagliare il campo - ma soprattutto a tagliare fuori 2 esterrefatti avversari che vedono passare la sfera giusto in mezzo a loro - di quelli che suonano, cantano, parlano e ripetono ossessivamente “Buttami dentro, buttami dentro”.
Recepito, roger, passo e chiudo.
Uaco Riggs. E poi gol.

6 – Ora è il turno per un'occasione in cui il summenzionato "fagiolo" ha timbrato il cartellino. Scegliete voi con il televoto. A per il 5-0 di Mauro in Val Resia – Rapid 5-0 nel girone di ritorno. Quest’anno si è dedicato lui ai cucchaiai tottiani, prendendo il testimone dall’amico Elio.
In alternativa si può optare per l’opzione B (come Bortolotti, chiaro…) e cioè il suo 2-2 nel ritorno di Ampezzo – Val Resia, quella in cui il Taco si è sfasciato il naso e terminata 3-3.
Palla che gli arriva sui piedi, fa qualche metro e dal nulla – PUM – ti inventa un rasoterra dritto per dritto angolatissimo (potere del suo diploma di geometra) da oltre 25 metri. MaGGGiCCCo.

5 – Toppano per il 3-1 di Val Resia – Audax 4-1, (pen)ultima partita del campionato 2007. Una punizione con traiettoria disegnata grazie a compasso, righello, goniometro, complessi calcoli logaritmici e chi più ne ha più ne metta. Da posizione defilata e piuttosto lontana dallo specchio, manda per aria uno sputnik che poi però scende scende e dolcemente ricade a fil di palo beffando il portiere.

4 – Giovannino in Val Resia – Rigolato 3-1, spareggio salvezza: dopo aver saltato il proprio marcatore spara la botta da fuori che si insacca a fil di palo, aprendo le danze e le falle nella difesa avversaria.
Giovanni Sant(uzz)o subito.

3 – Un insospettabile Ami in Val Resia – Val del Lago, secondo match del primo girone di Coppa Carnia: un collo pieno al volo che disegnare una parabola ad arcobaleno a superare il portiere centrando proprio il “sette” di porta. Dopodichè, tra pappe e pannolini, lo si è rivisto a fare il tifo quando poteva.

2 – Un Cusic in versione revival di Val Resia – Verzegnis del campionato 2006, solo che stavolta la perla l’ha regalata in occasione di Nuova Tarvisio – Val Resia, terzo incontro del primo girone di coppa Carnia: gran slavinata (che terminologia tecnica, eh?) al volo da 35 e passa (sempre più dettagliato e raffinato nel linguaggio) e palla all'incrocio.
Elio commenta con un "Tu sei pazzo" a cui è inutile aggiungere altro, ha già detto tutto lui.

1 – Toppano in Ampezzo – Val Resia 3-3, girone di ritorno: morbido pallonetto a scavalcare il portiere che si insacca sul secondo palo per il momentaneo vantaggio del 2-3

I 10 MOMENTI PIU’ BELLI ED EMOZIONANTI

10 – Il ritorno alla vittoria, dopo ben 9 partite di astinenza da questa, in Audax – Val Resia 2-1, ultima del girone di andata.
E il tutto in periodo di Sunsplash, proprio il giorno seguente alla serata conclusiva che ha visto on stage Mr. Lova lova Shaggy. Di conseguenza squadra in versione Boombastic

9 - La prima vittoria in campionato (e di sempre in Seconda, soprattutto) a Ravascletto, contro quella che nell’annata precedente era stata la diretta concorrente per la leadership finale.
Come sia finita nel 2006 lo sapete, nel caso la memoria vi faccia difetto vi ricordo che alla festa in Rop erano in molti ad intonare “We are the champions”

8 - La vittoria ai rigori con il Cavazzo nella prima partita ufficiale dell’anno (Coppa Carnia), merito di Manu in versione “Quentin Tarantino, quando mi scritturi?” visto che entra e, come il Wolf di Pulp Fiction, risolve problemi (gol del pareggio e rigore decisivo nella lotteria dei penalty) e Mauri in versione piovra

7 – L’upset, sorpresona, resta di stucco è un barbatrucco, ruba ai ricchi (in classifica) per dare ai bisognosi (cioè noi), rifila il pacco (oggetto ma anche metafora) con dentro un mattone al posto del dvd o, se preferite averlo in termini comprensibili, il 3-1 esterno appioppato alla capolista Edera

6 – Beh, tutti hanno dato qualcosa nel corso della stagione, quindi perché devo monopolizzare io tutto lo spazio?
Questo lo lascio per inserire il momento più bello che avete vissuto VOI!

5 – La gente che, trascinata dall'emozione, spontaneamente si alza e per la prima volta intona per minuti e minuti il “Non mollare mai” dopo che la squadra ha recuperato per la seconda volta lo svantaggio in Ampezzo - Val Resia 3-3 del girone di ritorno. Emozionante!

4 – L’abbraccio a centrocampo di tutta la squadra al termine di Val Resia – Audax, nell’attesa di conoscere i risultati finali delle partite in cui erano impegnate le dirette concorrenti per la salvezza e le persone a bordo campo accalcata sulla rete, idealmente anch’esse strette a chi era in mezzo al prato

3 – L’esplosione di gioia alla rete del 3-3 last minute con il Rigolato. Ha generato ben 3 articoli, devo proprio aggiungere altro?
Dai, andate a rileggerli (anche perché - accantono per un attimo la modestia - meritano).
Un commento in breve a ciò che è successo? Hannibal Lecter.
Traduco con l’aggettivo che avrei dovuto già mettere prima? Folle

2 - La vittoria nello spareggio. E stop. O meglio, continuate a leggere qualche riga più sotto per questo

1 – Una banda di sciamannati visibilmente alterata alcolicamente ma soprattutto felice che, dopo essere discesa dall’autobus, mette in loop per un’ora abbondante nel parcheggio di Tesa “Robin Hood e Little John (eccetera eccetera)” e canta senza risparmiarsi e soprattutto senza remore o timori di essere accusati di demenza senile precoce per festeggiare la salvezza

Ovviamente se qualcuno non è d’accordo…
…è ben accetto nel fornirci le sue personalissime riletture e visioni (allucinogene o meno) della stagione 2007 nei commenti.
Nel frattempo, visto che è sempre piacevole ricordare i momenti belli…
…ecco qua!
Val Resia – Rigolato, lo spareggio versione 2.0.

Domenica 4 novembre.
La prima, dopo molti mesi, senza partite di questo Carnico 2007 andato in soffitta, proprio come i borsoni dei giocatori.
I tacchetti sono stati svitati e le scarpe ingrassate e riposte via.
Un’altra stagione se ne è andata, ma rimangono i ricordi.
E allora mi metto a scrivere.
Da previsioni della Figc l’ultimo atto doveva essere la partita di Supercoppa ma il destino ha deciso di “interferire” e regalare l’onore della chiusura ad un altro incontro.
Dalla caratura minore forse, in palio non c’era un trofeo “nobile”, bensì il diritto di continuare a giocare in Seconda categoria.
Il prossimo anno non sarà più così.
In caso di arrivo a pari punti di più formazioni ci si baserà sulla differenza reti per decidere l’assegnazione del titolo e individuare le condannate a retrocedere.
E’ vero che in questo modo la rete di Molaro al 90’ dell’ultima partita ci avrebbe automaticamente salvati, ma nel contempo anche privati di tantissime emozioni (anche se probabilmente parlo così solo perché quelli che si sono salvati siamo stati noi).
Dunque dal 2008 via ad un metodo forse fin troppo freddo, parto di quel calcio dei “piani alti”, che necessita di comprimere al massimo i propri calendari già sovraccarichi di appuntamenti e partite.
Ma intanto…
L’atmosfera ad Imponzo invece era caldissima domenica 28 ottobre, grazie anche alle oltre 500 persone accorse per assistere a questa sfida.
C’è il pubblico delle grandi occasioni al “Maracanà” e dunque è il caso di riaprire il sipario.
Ci sono i tifosi del Val Resia e del Rigolato, certo, ma anche tanti spettatori neutrali e curiosi di vedere come sarebbe andata a finire.
A contendersi il tutto 2 squadre che, in quanto dislocate ai confini dell’impero (geograficamente parlando) e dunque con limitate capacità attrattive su giocatori provenienti da “fuori”, potremmo definire autarchiche o ancor meglio, usando un’espressione tanto cara ai friulani, improntate alla cultura del “fasin bessoi”.
Si ricorre a quanto si trova in casa e si prova a massimizzare quanto più possibile i risultati con quel “poco” a disposizione.
E’ un po’ un ritorno a quei valori quasi da “piccolo mondo antico” (cfr. Adriano Celentano – La storia del pastore Serafino) spesso superati anche in realtà piccole come quella del Carnico.
I tifosi del Rigolato hanno già addobbato le recinzioni del “Pittoni” di Imponzo come per le grandi occasioni, mentre da parte rossoblu c’è un solo striscione.
Nelle parole “PUDI SEMPRE PRESENTE” però c’è un significato profondo.
C’è il ricordo di un amico che ha lasciato troppo presto questo mondo e che però tutti sentono ancora vicino, quasi fosse anche lui in campo.
Spesso si dice che il pubblico sia il dodicesimo uomo, forse a Resia è il tredicesimo.
Le squadre nel frattempo escono sul campo per effettuare il riscaldamento.
Chissà quanti saranno riusciti a riposare ieri notte e quanti avranno vissuto una nottata agitata, con un sonno irrequieto ed i nervi scossi dalla tensione, il pensiero che già viaggiava al green del “Pittoni” di Imponzo.
Magari qualcuno mentre negli spogliatoi attende che entri l’arbitro per l’appello ripensa a questi passaggi tratti da “Il ritorno del re” di Tolkien, tomo di chiusura della trilogia del “Signore degli anelli”.
Samwise Gamgee: "Lo so... è tutto sbagliato e noi non dovremmo nemmeno essere qui... Ma ci siamo! E' come nelle grandi storie, quelle che contano davvero... Erano piene di oscurità e di pericoli e a volte non volevi sapere il finale...Perchè come poteva esserci un finale allegro, come poteva il mondo tornare com'era dopo che erano successe tante cose brutte? Ma alla fine è solo una cosa passeggera quest'ombra, anche l'oscurità deve passare..."
Frodo: "Sono felice tu sia con me, amico mio. Qui alla fine di ogni cosa".
E poi si inizia.
Le squadre cercano subito di imprimere il proprio marchio sulla partita.
Si fa vivo il Rigolato con un colpo di testa da posizione favorevole che Fruch però angola fuori.
Toppano gradisce poco fare da comprimario ed allora ci prova su calcio da fermo.
Candido in mezzo ai pali fa il Tiramolla e in più occasioni respinge gli assalti resiani.
L’urlo di gioia rimane strozzato sia nella gola del trequartista che, più tardi, in quella di Giovannino.
Entrambi i tentativi sono frustrati da autentiche prodezze dell’estremo difensore biancoazzurro.
Al 26’ Fruch è lesto ad anticipare Mauri ed aggirarlo.
Il suo tocco di piatto verso la porta sguarnita è soffice e delicato, perfino troppo per riuscire a superare quella vecchia (no, non diciamo così che poi si offende… esperta, ecco, va meglio?) roccia di Giovanni Goi che salva in extremis.
Scocca la mezzora e anche Mauri segue l’esempio del dirimpettaio biancoblu sfoderando un intervento superlativo su un tocco a botta sicura degli avanti carnici.
Un minuto più tardi è la traversa a salvarlo su un cross dalla traiettoria beffarda su cui non avrebbe potuto fare nulla.
Che la sfiga non sia più la nostra coinquilina?
Toppano tenta di spezzare l’equilibrio riproponendo la specialità della casa: punizione a scavalcare la barriera ma Daniele Candido fa ancora buonissima guardia.
I minuti passano e il primo tempo sta quasi per concludersi.
Minuto 39.
Tutta la rabbia accumulata per il precedente tentativo salvato da Candido viene incanalata da Micelli in un sinistro esploso dal limite dell’area.
La palla va, in modo deciso e stavolta non c’è nulla da fare.
Quella fede blasfema che il calcio trasmette, la stessa che ti fa imprecare per una occasione da gol sbagliata, un fischio arbitrale che reputi invertito, un fallo troppo duro commesso dagli avversari e che pochi minuti dopo ti fa pregare perché un tiro finisca dentro.
Questa palla è sospinta dalla determinazione di Giovanni, dalla speranza dei tifosi e anche da qualcuno lassù in alto.
Gio, pur battendosi e sbattendosi al massimo, non segnava dalla partita di ritorno disputata con la Val del Lago.
4 partite senza reti.
Certo, tanti assist e sacrificio, spesso in condizioni fisiche precarie.
Ma a volte capita quando giochi come punta che la mancanza di gol ti venga comunque fatta pesare.
Come dicevano i Casino Royale nel lontano 199_ (e l’ultimo numero non me lo ricordo): “Ogni stop è solo un altro start”.
Arriva poi la partita numero 5, lo spareggio, ed ecco il cerchio che si riapre.
Giovannino aveva segnato la prima rete di sempre di un giocatore rossoblu in Seconda categoria e decide di ripetersi in questa “finale”.
Il suo tiro dal limite scaricato in rete trascina con sé tutta la rabbia e la frustrazione che ha portato con sé, a causa dei continui infortuni che non gli hanno mai permesso di essere al meglio in stagione.
La “santabarbara” resiana esplode in un boato di gioia, ma per lui diventa un richiamo e allora corre, corre verso di loro.
Il pugno è alzato e, come lui cerca i tifosi, i compagni cercano lui per abbracciarlo e festeggiare.
Ma quando la palla torna al centro tutti ridiventano subito pragmatici, consci che si tratta di un tassello fondamentale per ottenere un vantaggio non solo nel punteggio ma anche a livello di equilibrio psicologico, possibilità di far avanzare il baricentro della squadra avversaria e cogliere di infilata la retroguardia attraverso il contropiede.
Molto italiano (trapattoniano direbbe qualcuno. Ok, facciamo pure catenacciaro), forse “retrò” ma sicuramente adatto agli sviluppi di una partita fondamentale come questa.
Dopo la rete manca poco alla pausa e il tifoso medio pensa che fino alla ripresa gli verranno evitate emozioni forti.
Niente di più sbagliato.
Fruch va giù in area, pur senza aver subito tocchi da parte degli avversari, e il direttore di gara fischia e con decisione tende il braccio verso il dischetto.
Mani nei capelli e tutti già rivolgono con tensione il pensiero a quei terribili 11 metri…
Invece l’arbitro ha colto una simulazione del puntero biancoblu e gli commina un’ammonizione.
Lentamente il battito cardiaco si stabilizza e, dopo un paio di minuti, si può pensare a ristorarsi al chiosco.
C’è la coda, gli spettatori sono davvero tanti.
Quella faccia sembra di conoscerla, gli ex presenti sono parecchi e, seppure ora giochino per altre formazioni, sono rimasti ancora affezionati alla loro vecchia squadra.
E poi c’è quello lì… Non giocava con l’Edera?
Sì e ci sono anche Londero della Delizia e Mitia, tanti altri giocatori di tutto il Carnico, abitanti di Resia e Rigolato ma anche dei paesi vicini e pure tanti “sconosciuti” che hanno deciso di non perdersi questo spareggio.
Ma adesso basta distrarsi (e ordinare al bancone), i 22 giocatori e la terna stanno rientrando in campo.
Si riprende e il Rigolato prova a dare subito il tutto per tutto.
La palla ce l’hanno quasi sempre loro nei primi dieci minuti di ripresa.
Ma alla penultima partita del girone di andata la classifica del Val Resia alla voce punti riportava il valore 6.
C’era magari chi dava già per spacciata la squadra e non credeva minimamente nella possibilità di una qualsivoglia forma di ripresa.
E c’era anche chi, quando sentiva i giocatori parlare di salvezza assicurata, diceva:
“Questa è pazzia”.
Parafrasando il Frank Miller di 300 si può solo ribattere con un: “No, questa è RESIA !!!”
E allora le barriere difensive erette non mollano.
L’airone biondo Saverio Madotto oggi si è tramutato in una piovra sempre pronta ad anticipare Fruch, a levargli il pallone dai piedi oppure a spostarglielo quel tanto che basta per impedire al puntero biancoblu di mettere in atto le proprie idee.
Save è quello crollato a terra, di schianto, dopo la vittoria in rimonta del San Pietro all’ultimo minuto.
Ma poi si è rialzato e ha continuato a lottare.
Oggi è uno dei 4 pilastri difensivi ed è fermamente intenzionato a non sgretolarsi davanti a niente e nessuno.
Accanto a lui svetta (nel senso che salta come un grillo e si esibisce spesso in acrobatici disimpegni) Cap (ma a parte quello dell’ufficio anagrafico che ogni 5 anni e l’arbitro che legge le distinte di domenica in domenica ci sarà qualcuno che lo conosce come Cristian Di Lenardo?), che ha deciso di tenere in serbo la sua miglior prestazione dell’anno per la sfida più importante. Se non lo sa lui che gioca a Resia da una vita quando è il momento di piazzare queste zampate…
Toppano ha rubato il filo del destino alle parche e lo usa per tessere geometrie e ordire minuziose trame di gioco.
Steven Cusic Lampard, animato dal suo mentore Baba che lo segue dall’esterno della recinzione, corre e crea, crossa e ricuce strappi.
Il Taco, 30 anni ampiamente superati (e quasi altrettante sigarette giornaliere e un naso rotto per la causa in stagione) come al solito stupisce tutti e, finchè il fiato e le gambe reggono, macina chilometri sulla fascia.
Il suo è un moto perpetuo, avanti e indietro, a chiudere varchi e a proporsi in attacco.
Quando poi si trova solo davanti a Daniele Candido applica il suo personalissimo credo “La potenza è tutto, anche senza controllo” e, senza andare tanto per il sottile o a cercare improbabili cucchiai, calcia una botta che incoccia sulla traversa.
Non c’è nemmeno il tempo per maledire la sfiga perché arriva come un falco, anzi un aquilotto (ma lui forse preferirebbe corvo), Alessio Buttolo che con la sua velocità prende d’infilata tutti e da 2 passi insacca di testa la palla del raddoppio.
Il Mimi? Chettelodicoafare, si rotola, mugugna e si lamenta ma fa il suo anche nel gioco aereo (e se non lo gestisce lui il traffico in quota, con quei radar che si ritrova installati al posto delle orecchie. A Hollywood lo cercano per scritturarlo come controfigura di Bugs Bunny) e con la palla tra i piedi.
Gino Candido prosegue la sua encomiabile prestazione, ma è costretto a lasciare Fruch troppo isolato in avanti pur di riuscire a farsi consegnare tra i piedi qualche pallone giocabile.
La partita a scacchi tra i due allenatori prosegue.
Pesenato è costretto ad inserire giocatori dalle caratteristiche spiccatamente offensive come Fadi e Braidotti, ma il loro apporto non è incisivo.
Fortunato invece muove dalla panchina al campo il suo “re” Bortolotti.
Il 3-0 è l’emblema della grinta e determinazione di una squadra perché a fare da assist man c’è lo stesso Mauro, che ha fatto di tutto per recuperare da un infortunio ed essere arruolato e (più o meno) abile per questo spareggio e in quella di finalizzatore Alessio che al 90’ sprinta ancora come un forsennato.
Il 3-1 finale, siglato nei minuti di recupero da Gino Candido, è il giusto riconoscimento personale per un grande giocatore che si è battuto e sbattuto in tutte le zone del campo per cercare la palla, impostare il gioco e trascinare la sua squadra al successo.
Non ci è riuscito, grazie anche al ruolo oscuro recitato su di lui da Molaro.
Il cornamusaiolo si è applicato parecchio nella marcatura di “Genio” Candido.
Ma non nel senso che ci ha messo notevole impegno.
No, Andrea ha preso il tutto molto alla lettera e per 90 minuti e oltre si è appiccicato al forte trequartista del Rigolato.
Pochi istanti dopo c’è quel triplice fischio finale che per alcuni è sinonimo di liberazione, mentre per altri sancisce una condanna.
Scendono lacrime (magari poche) sui visi ma a seconda della maglietta che indossa il giocatore il loro gusto assume connotazioni differenti.
Dolci e gioiose per i rossoblu, amare e tristi per i loro degni avversari.
All’uscita dagli spogliatoi pacche sulle spalle, strette di mano, complimenti ed abbracci si sprecano.
E poi tra sfilate di uomini in kilt (Molaro, il Braveheart della linea mediana), “tosature” rituali di alcune chiome (Camoranesi al mondiale 2006 docet, per i dettagli chiedere ai nuovi cloni di Cap al secolo Marco e Sergione), fiumi di birra, archetti che sfiorano le corde di zitira e bunkula diffondendo nell’aria le note della “resiana” c’è anche il giusto tributo agli sconfitti.
La cosa è poi ricambiata e si sancisce un gemellaggio all’insegna del rispetto reciproco (e di qualche fiume di birra).
Arriva poi per la squadra il tempo di risalire sul pullman che l’ha condotta ad Imponzo.
Si rientra in valle.
Ma non aspettatevi di vedere su questo bus dei giocatori impettiti ed incravattati come quelli ripresi da Sky all’arrivo negli stadi di serie A.
Qui i più tranquilli urlano a squarciagola…
E poi, terminato il viaggio di ritorno, tutti ridiventano bambini e concludono quella canzone intonata per la prima volta proprio in seguito alla pazzesca rimonta con il Rigolato del mese precedente.
Se dopo il 3-3 della canzone presa dalla colonna sonora di Robin Hood (sì, proprio quello in versione cartone animato made in Disney) veniva messo in evidenza nei cori il passaggio “Son felici del successo e delle loro gesta…” stavolta tocca all’ancor maggiormente appagante “Devono salvarsi, alla fine ci riescono, urca urca tirulero oggi splende il sol”.
Anche se il primo buio è già sceso da un po’, ma la notte è ancora giovane ed allora poco importa se domani è lunedì e tocca lavorare.
Si può continuare a tirare tardi e festeggiare.
Il tutto avviene nella cornice di un grande parcheggio in asfalto, come quello in cui molti dei ragazzi scesi in campo oggi hanno cominciato a tirare i primi calci a qualche pallone rabberciato oppure ai mitici “Tango” o gli infidi “SuperTele” dalla traiettoria imprevedibile.
E’ lo sfondo più adatto per scrivere la parola “Fine” su questa storia.
Oppure, visto che il Val Resia anche il prossimo anno proseguirà la sua avventura nel campionato di Seconda categoria, vogliamo metterci un “Continua…” ?